Martedì 18 Giugno 2024

La competizione “sana” è solo con noi stessi

Durante i percorsi di coaching nelle aziende mi capita spesso di ascoltare storie di persone che vivono nell’abitudine di paragonarsi agli altri.

Di solito questa abitudine non è solo relativa al mondo del lavoro, ad esempio quando ci paragoniamo al collega che avuto quella promozione che tanto desideravamo, oppure, al collaboratore che è stato promosso prima di noi, ma ha radici molto più lontane. Queste persone già nell’esperienza scolastica e universitaria sono state abituate a definire il proprio valore rispetto ai risultati ottenuti da qualcun altro.

In generale la società e, in particolare modo, il mondo delle organizzazioni, alimentano questo genere di competizione, pensando erroneamente che possa avere un impatto positivo sulla performance dei singoli.

In realtà in un gruppo di lavoro più si alimenta la competizione più il clima diventa faticoso e le relazioni difficili. Le persone iniziano a ragionare in un’ottica “io vinco, tu perdi”.

Questo tipo di ragionamento nel lungo periodo porterà a rafforzare la logica dell’orticello, dove gli obiettivi individuali sono più rilevanti di quelli del gruppo, inoltre, da un punto di vista del benessere della persona, il continuo paragonarsi agli altri aumenta la sofferenza legata alla percezione di non essere mai abbastanza.

La competizione "sana" è solo con noi stessi

Nella vita ci sarà sempre qualcuno che ha qualcosa più di noi o che è stato più bravo di noi, il paragone è un gioco a perdere, sia per il singolo, sia per il gruppo, sia per il sistema azienda.

L’altro aspetto collaterale del paragone è quello di appiattire tutti verso un unico metro di giudizio: la diversità non è paragonabile e se si ragione in un’ottica di unicità è molto difficile riuscire a fare confronti.

Chi cade in questa trappola è spesso frustrato e ha perso di vista quello che è stato il suo di percorso, i risultati che ha raggiunto e le sfide che ha vinto. Quando queste persone iniziano a cambiare il focus della loro attenzione, spostando lo sguardo dagli altri a se stessi, iniziano a vivere una competizione più utile e intelligente, quella che li spinge a migliorarsi, a oltrepassare i propri limiti misurando il successo rispetto alle proprie potenzialità e non rispetto ad un parametro universale che in fondo non esiste.

Scoprire che l’unica competizione possibile è solo con se stessi porta le persone a valorizzare le proprie unicità ad utilizzare al massimo i talenti inespressi con un impatto diretto sul benessere e sulla performance. Questo è quello che andrebbe incoraggiato nelle organizzazioni.

Irene Morrione
Irene Morrione
Irene Morrione, Founder di Into the change, appassionata divulgatrice di un pensiero controcorrente sui temi di sviluppo professionale e organizzativo. Autrice di numerosi articoli scientifici e del libro “La leadership sinergica” edito da FrancoAngeli nel 2022. Dal 2025 è Linkedin Top Voice

Rimaniamo in
contatto

Ogni mese ti mandiamo “ONDA” la newsletter per i naviganti della complessità, dell’imprevisto e della trasformazione.




    Continua la lettura

    2 settimane fa

    Nella vasca degli squali anche gli squali muoiono: ecco perché vincere da soli non conviene

    Nel mondo del business, spesso si pensa che la strategia vincente sia massimizzare il proprio vantaggio, competere, ottenere il massimo per sé. Ma la teoria dei giochi, elaborata da John...
    Leggi l'articolo
    2 settimane fa

    Follemente: siamo tutti affollati dentro…anche al lavoro

    Follemente: siamo tutti affollati dentro...anche al lavoro Nel film Follemente, l’ultimo di Paolo Genovese, i due personaggi non sono mai soli. Dietro ogni parola, gesto o esitazione ci sono le voci...
    Leggi l'articolo
    1 mese fa

    Il futuro della leadership è yin: meno forza, più flusso.

    Per anni, nel mondo del lavoro, il modello dominante è stato quello Yang: struttura, competizione, obiettivi chiari, forza diretta. Un’energia maschile – che nulla ha a che fare con il genere –...
    Leggi l'articolo
    1 mese fa

    Nuovo anno: basta obiettivi, impariamo a lasciar accadere

    Il nuovo anno è alle porte e, come sempre, ci sentiamo spinti a riempire il “foglio bianco” con liste di obiettivi ambiziosi: perdere peso, ottenere quella promozione, iniziare una nuova...
    Leggi l'articolo
    1 mese fa

    La finta inclusione delle organizzazioni oggi

    Oggi si fa un gran parlare dei temi di Diversity & Inclusion. Le organizzazioni hanno inserito nelle loro agende molti interventi che, teoricamente, mirano a migliorare l’inclusione all’interno dei team di lavoro,...
    Leggi l'articolo
    6 mesi fa

    Reverse mentoring

    Il reverse mentoring è una relazione reciproca e non gerarchica in cui giovani impiegati fanno da mentor a manager senior in determinate aree, come il digital mindset, i nuovi trend...
    Leggi l'articolo
    7 mesi fa

    La Differenza tra Prestare Attenzione e Ricercare Attenzione: Il Potere della Presenza e la Trappola della Frustrazione

    Nel mondo frenetico di oggi, siamo costantemente bombardati da stimoli che richiedono la nostra attenzione. Tuttavia, vi è una sottile ma cruciale differenza tra l’atto di prestare attenzione a qualcosa con consapevolezza...
    Leggi l'articolo