Fare shopping con gli amici, partecipare ad un meeting di lavoro, andare al concerto del proprio cantante preferito, il tutto comodamente dal proprio divano di casa, con il proprio computer e una connessione internet.
Non è fantascienza, è il metaverso: un mondo alternativo alla nostra realtà all’interno del quale possiamo vivere la nostra quotidianità tramite un avatar.
Un luogo che va aldilà dello spazio fisico e che va oltre “il virtuale” a cui siamo già abituati (social media, videochiamate…), il metaverso offre delle esperienze totalmente immersive e coinvolgenti, assimilabili al videogame.
Dopo il WEB 2.0 il metaverso sarà senza dubbio la più grande evoluzione e rivoluzione di internet, ed avrà un effetto incisivo sul nostro modo di vivere.
Colloqui di lavoro nel metaverso
Molte aziende si stanno già muovendo in quest’ottica, investendo nel metaverso e sperimentandolo all’interno dei propri processi organizzativi.
Meeting, formazione, colloqui e smart working, possono essere varie le applicazioni di questa nuova tecnologia nel mondo del lavoro.
Un esempio italiano viene dall’azienda “Credit Agricole Vita Assicurazioni”, che, nell’ultimo periodo, ha deciso di sperimentare una nuova modalità di fare selezione del personale spostando il colloquio di lavoro nel metaverso.
La logica è quella del videogame: il candidato sceglie un avatar che lo rappresenti, entra negli uffici virtuali di Agricole e interagisce con i recruiter tramite chat e chiamate.
Secondo l’HR Director Alessandro Castelli i riscontri di questa sperimentazione sono fino ad ora positivi sia per i recruiter, sia per i candidati.
Quali sono i pro e i contro di questa nuova esperienza?
PRO
Di certo è una modalità molto interessante e da tenere in considerazione, poichè permette al candidato di esprimere le proprie competenze e il proprio essere in assenza di pregiudizi, dovuti ad esempio all’aspetto fisico o all’abbigliamento. Permette dunque ai recruiter di essere più imparziali e neutrali nella scelta.
Inoltre è un modo accattivante e seducente per attirare giovani talenti nell’organizzazione. Introdurre una tale innovazione è dimostrazione di apertura mentale da parte dell’azienda. I candidati percepiscono un’organizzazione che sperimenta, che non ha paura di mettersi in gioco e che affronta il cambiamento con un atteggiamento propositivo.
CONTRO
La più grande perplessità rimane su come un avatar possa sostituire il nostro corpo in carne ed ossa, le nostre espressioni facciali, la nostra gestualità.
Molto interessante è la metafora suggerita da una nostra follower, recruiter di professione, che considera il colloquio come un corteggiamento tra fidanzati, dove il contatto visivo in prima persona è fondamentale.
Quindi?
Le visioni sono differenti ed è ancora difficile fare delle previsioni accurate, il colloquio nel metaverso è una modalità che necessita ulteriori studi e approfondimenti.
Sicuramente potrebbe aiutare a risolvere diverse problematiche, soprattutto per i candidati che si trovano lontani dalla sede dell’azienda o che sono impossibilitati a partecipare in prima persona al colloquio.
Inoltre in un mondo sempre più globalizzato, con aziende dislocate su tutto il territorio e con sempre più persone che lavorano in smartworking, il metaverso potrebbe offrire grandi opportunità e vantaggi.
Siamo curiosi di sapere che cosa ne pensi.
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