Un team commerciale che sto seguendo da poco come team coach è stato spunto di un’importante riflessione.
I membri del team lavorano insieme da anni, si vedono in ufficio regolarmente, partecipano alle stesse riunioni. Eppure, sono profondamente divisi: non condividono un vero senso di appartenenza e non guardano ad un purpose comune. Il loro unico collante è il raggiungimento degli obiettivi commerciali.
Non è la vicinanza fisica a unire le persone. Possiamo trascorrere otto ore al giorno fianco a fianco senza sentirci davvero parte di qualcosa.
L’illusione dell’ufficio come spazio di coesione
Molti sostengono che lo smart working abbia reso i team meno coesi, ma la verità è che la distanza fisica non è mai stata il vero problema. Ci sono team che lavorano da sempre completamente in remoto e hanno una connessione fortissima, e altri che condividono lo stesso open space e si sentono soli, scollegati, disallineati.
La questione è un’altra: ciò che crea connessione non è lo spazio, ma il senso. Un ufficio non basta a fare di un gruppo di persone un vero team, proprio come stare nella stessa stanza non significa automaticamente avere una relazione significativa.
Il collante invisibile: purpose, valori e fiducia
Se vogliamo team davvero uniti, dobbiamo partire da elementi molto più profondi della semplice condivisione di una scrivania:
- Un purpose condiviso: Se un team lavora solo per raggiungere KPI e numeri, senza una visione più ampia, sarà inevitabilmente fragile. Le persone si uniscono quando credono in qualcosa che va oltre il risultato immediato.
- Valori reali, non slogan aziendali: Non basta scrivere su una parete “collaborazione” o “innovazione”. I valori devono essere vissuti, incarnati nelle scelte quotidiane. Un team senza valori comuni è destinato a frammentarsi.
- Momenti di vera connessione (non solo meeting): Non serve obbligare le persone a stare in ufficio tre giorni a settimana se poi passano il tempo in call o chiusi nelle proprie attività individuali. Serve invece creare occasioni di incontro autentiche, in cui le persone possano parlare di più di lavoro: scambiarsi idee, costruire fiducia, conoscersi davvero.
Smart working o no, quello che conta è abitare i cuori
In un mondo in cui il lavoro è sempre più fluido, flessibile e distribuito, non possiamo più pensare che la vicinanza fisica sia l’unico modo per costruire appartenenza.
Un team si costruisce nella fiducia reciproca, nelle conversazioni significative, nella condivisione di un significato più grande.
Puoi essere nello stesso ufficio e sentirti lontano anni luce dai tuoi colleghi. Puoi lavorare da remoto e sentirti parte di qualcosa di più grande.
L’importante non è dove lavori, ma come e con chi scegli di farlo.