Se il medium è il messaggio, il libro è un messaggio di libertà
Quando mio padre cambiò casa, avevo 16 anni. Andai a trovarlo per vedere la sua nuova sistemazione. All’ora di pranzo mi offrii di cucinare e, aprendo il cassetto delle posate, lo trovai pieno di libri, così come lo scolapiatti e tutti i pensili in cucina. Dopo qualche minuto, dall’altra stanza la voce di mio padre, serio: “Ah scusa, è meglio se andiamo a pranzo fuori perché non c’era posto per piatti e posate”
Mia madre a sua volta non scherza in tema di libri. L’altro giorno a cena, con l’ironia che la contraddistingue “quando non ci sarò più non ti azzardare a buttare i miei libri (circa un migliaio ndr), perché nei libri c’è tutta la vita di una persona”
In un contesto familiare del genere si capisce come sia nata la mia passione per la lettura, ma, al di là delle influenze genitoriali, oggi, nella giornata mondiale del libro, vorrei parlare di come i libri liberano… e non è solo un gioco di parole.
Liberano la fantasia: leggere significa esercitare il muscolo dell’immaginazione
In un tempo in cui tutto è visivamente esplicito e raccontato per immagini, su internet, su netflix e ancora nell’intramontabile televisione, leggere ci regala una tela bianca in cui ciascun lettore, esercitando fantasia e creatività, può proiettare le sue immagini, che saranno uniche e diverse da quelle di tutti gli altri lettori. Ricordo ancora a 12 anni la delusione di vedere che l’indomita Jo March del romanzo della Alcott “Piccole donne” era stata trasformata in una ragazza scialbetta della realizzazione cinematografica di LeRoy del 1949. Nella mia fantasia rimarrà sempre una strafiga!
Liberano la presenza: leggere significa fermarsi
Il consumo di molti altri media (ad eccezione forse del cinema e del teatro fruito nel buio della sala), permette il multitasking: ascolto un podcast mentre sto lavorando ad una presentazione, vedo una serie tv mentre stiro, ascolto la radio in macchina etc. Se leggo no, mi DEVO fermare, se non altro per tenere il libro in mano e gli occhi sulla pagina. Leggere è un atto di presenza totale e, paradossalmente, pur aprendo le porte ad infiniti mondi possibili, richiede il saper stare nel qui ed ora. Affinché io possa trasportare me stessa nella Manhattan anni ’40 di George Simenon o sulla barca a largo di Cuba con il vecchio di Hemingway , è necessario che io molli tutto quello che sto facendo, per sedermi in poltrona con il libro in mano
Liberano la responsabilità: leggere significa arrivare alla fonte certa
Oggi l’attività più complessa non è reperire le informazioni, ma conoscere le fonti e saperne valutare l’attendibilità. Le informazioni sono ovunque, Google è un pozzo di conoscenza sempre a portata di tasca, il vero problema è che non si sa da dove provengano queste informazioni. Tizio riporta su un blog una cosa scritta da caio su un post di Facebook che ha sua volta è stata riportata da un amico che mentre era al bar l’ha ascoltato in tv. Quando non so da dove proviene un’informazione, è difficile sviluppare un pensiero critico. Nei libri, al contrario, la fonte è certa e chi scrive se ne assume la piena responsabilità.
Liberano la conoscenza: leggere significa andare a fondo
Ci stiamo abituando ad una conoscenza delle cose, orizzontale, che nasce dal maldestro assemblamento di informazioni reperite disordinatamente qua e là. Leggere i libri invece ci permette di risalire ai pensieri originari, di confrontarli, criticarli e, di conseguenza, crearci il nostro. Rimango estasiata le rare volte che ascolto qualcuno e mi accorgo che “sa” le cose: ne ha approfondito le sfumature, conosce il pensiero e le differenze dei vari autori rispetto a quel tema, sa collocare la nascita di quel pensiero in un contesto socio culturale specifico, ne ha sostanzialmente capito il senso e conosce anche le critiche che sono state mosse. La conoscenza viene anche dall’esperienza e non solo dallo studio, ma se intanto hai criticamente studiato sui libri invece che su internet sei già un bel pezzo avanti!
In conclusione, è ovvio che ci sono libri e libri, ovviamente alcuni, magari, non liberano un bel nulla, ma, per dirla alla McLuhan, se il medium è il messaggio, il libro è un messaggio di libertà.
Irene Morrione