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La rivincita dei Bad Guys

Nello scenario attuale, alcuni manager stanno adottando uno stile di comunicazione differente, forse più ruvido. Perché lo fanno? E sarà proprio un male?

Per molto tempo nelle Risorse Umane si è promossa un’immagine di leader come colui che ha tutte le competenze necessarie, che è empatico e accogliente, che risolve i problemi.

Questo prototipo ideale, sia nella fase del lockdown, sia nella fase successiva, è stato messo in discussione e ci ha permesso di apprezzare persone distoniche rispetto alle caratteristiche già citate e modalità alternative alla figura dei leader a cui eravamo abituati.

Si tratta dei Bad Guys, quei manager che hanno adottato uno stile di comunicazione differente più ruvido, ma ugualmente efficace.

Il contesto di azione dei Bad Guys

Lo scenario che stiamo vivendo impone smart working, home working, telelavoro, videoconferenze, meeting virtuali, piattaforme di lavoro collaborativo. In questo ambito il manager  non ha più lo spazio per mediare, ma si trova a comunicare in modo diretto, forse più rude, con meno fronzoli. Ecco un ambito in cui scatta la definizione di “cattivo” e la categorizzazione tra i Bad Guys.

Ma cosa è successo? Non si tratta dello stesso manager che avevamo conosciuto prima della pandemia? Tutt’altro, è sempre lui. Magari però attraverso il filtro della tecnologia e della distanza fisica ha deciso di esprimersi in maniera schietta, semplice, realistica.

Ma è proprio un male? Può considerarsi un capo cattivo?

Si tratta semplicemente di una modalità diversa. Se il capo in una riunione decide di andare subito al sodo e dire le cose come stanno non significa che abbia perso le sue caratteristiche di empatia e accoglienza, ma soltanto che il meeting virtuale non è il luogo adatto per queste caratteristiche, non c’è il tempo e neppure il contesto è quello corretto.

Pandemia, lockdown e scenari successivi pongono tutti in una situazione difficile, drammatica e i leader non sono più disposti a sentirsi vittima dei problemi degli altri.

Lavorare e raggiungere dei risultati non gli consentono quella relatività emotiva e rischiano di apparire meno compiacenti, meno comprensivi, anche se forse in realtà adesso sono equidistanti e quindi persone che dal punto di vista emotivo sono solo un po’ più equilibrate.

Bad Guys per Bad Time

Essere equidistanti dal punto vista emotivo non significa non saper condurre il team. È così che il Bad Guy adesso privilegia la qualità esecutiva, il contesto gli permette di essere più lucido e razionale, di prendere decisioni non più influenzabili da situazioni diverse rispetto all’attività da svolgere. 

Si tratta di figure che adesso, nel lavoro da remoto, si prendono il loro tempo e rispondono quando sono certe e sicure; magari hanno bisogno di tempo e non possono dare subito la soluzione ma, al contrario, di ascoltare e analizzare i fatti a distanza. Questo magari chiede una lettura più approfondita delle e-mail, che prima magari non venivano lette perché “tanto ci si vedeva dopo” e se ne parlava a voce.

Il periodo che stiamo vivendo ha eliminato la fisicità ma anche l’uso delle “riunioni inutili”, come veniva chiamato in molto contesti, create perché il capo aveva bisogno solo di feed back / consenso da parte del team, quindi un feedback non reale ma era solo un gesto di compiacenza.

Oggi, in questi tempi difficili, il leader analizza di più e si prende il proprio tempo, anche a rischio di apparire “cattivo” e risponde quando c’è una vera conoscenza e una vera soluzione ed è sicuro della direzione da prendere.

Allo stesso tempo, questo nuova versione di leader, in una riunione online, comunica a tutti che c’è un problema e per questo viene percepito come portatore di cattive notizie invece è diventato una persona che non si trincera dietro vaghe informazioni o che nasconde parti rilevanti di verità al team; è diventato una persona rapida e schietta.

Bad Guys per evolvere.

Questi manager “cattivi ragazzi” stanno utilizzando il contesto pandemico attuale e i nuovi equilibri in fase di creazione per evolvere. 

Quando c’è un breakpoint le persone hanno la possibilità di tirar fuori anche cose diverse rispetto al tran tran della quotidianità di prima e molto spesso la possibilità di essere migliori.

Pierpaolo Valerio

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